Lena Dunham, la voce di una generazione e modello di positività
- Gaia Bonomelli
- 13 giu 2020
- Tempo di lettura: 9 min
Commenta la psicologa e psicoterapeuta Vanessa Cazzulani

“I miei pensieri sull'immagine del corpo sono semplici: se sei gentile con te stesso mentalmente e fisicamente non avrai mai nulla per cui vergognarti, mai” Lena Dunham
Classe 1986, newyorkese, figlia di un pittore e di una fotografa, Lena Dunham ha scritto, diretto e interpretato una serie tutta sua costruendo il proprio alter ego di nome di Hannah Horvath, protagonista atipica, spesso antipatica ed egocentrica di una serie tv che parla della generazione Y. Esempio di accettazione del sé, la Dunham è apprezzata sia umanamente che mediaticamente tantoché il suo profilo Instagram è seguito da quasi 3 milioni di persone.
La serie
Girls è una serie televisiva statunitense che è andata in onda su HBO dal 2012 al 2017 per sei stagioni. Non è solamente una serie che parla di giovani adulti alle prese con amore, lavoro e amicizie, ma è anche una serie nuda e cruda, che affronta tematiche profonde in modo leggero, facendo appassionare lo spettatore di episodio in episodio (dalla durata ognuno di circa 30 minuti). In Italia l'ultima stagione è disponibile dal prossimo 15 giugno su Sky Box Sets e sarà trasmessa sul canale satellitare Sky Atlantic dal 15 al 19 giugno 2020.
Hannah Horvath : "Sono la persona più pigra che abbia mai conosciuto. A volte uso il mio petto come vassoio”.
Hannah è una giovane di ventiquattro anni che vuole guadagnarsi da vivere scrivendo. Abita a Greenpoint, il quartiere più a nord di Brooklyn. La sua vita subisce un duro colpo quando i genitori decidono di non pagare più le spese della figlia, nella speranza che la ragazza maturi e si trovi un vero lavoro. Ad accompagnare Hannah nel suo viaggio verso l’età adulta ci sono le sue migliori amiche Marnie (Allison Williams), Jessa (Jemima Kirke) e Shoshanna (Zosia Mamet). Oltre a loro a supportare/sopportare Hannah ci sono il suo ex fidanzato gay, Elijah (Andrew Rannells), l’amico Ray (Alex Karpovsky) e quello che sarà per quasi tutte le stagioni il fidanzato di Hannah, Adam (Adam Driver).
Hannah è il personaggio chiave, quello attorno a cui ruotano tutte le altre storie ed è il personaggio in cui ritroviamo alcune nostre debolezze, paure, ma anche punti di forza. È un personaggio che ispira fin da subito simpatia da parte dello spettatore perché ha sempre la battuta pronta, è logorroica (ma mai quanto Shoshanna), è tatuata, allegra e comica. È una giovane ragazza che sta semplicemente bene con sé stessa e con il proprio corpo ed è questo che si apprezza fin da subito di lei. Ama mangiare, non si preoccupa del peso, né della cellulite o delle smagliature e non ha alcun senso del vestire. Elijah infatti dice ad Hannah che si è sentito attratto da lei solo a causa del suo aspetto poco femminile. Tuttavia lei se ne frega del parere degli altri e quando accetta consigli ci appare molto comica; come quando decide di ripassarsi le sopracciglia su consiglio di alcune colleghe.
La serie tv punta ad analizzare l’aspetto interiore dei personaggi, facendoci riflettere molto e facendoci capire, attraverso Hannah, che spesso ci facciamo troppi problemi inutili. Questo è anche il pensiero che Lena Dunham porta avanti sul suo profilo Instagram. Nel 2018 la ragazza ha pubblicato un post in cui ha dichiarato di aver preso più di 10 kg e di essersi sentita finalmente allegra e libera, ricevendo complimenti solo dalle persone che per lei contano davvero. Attraverso il suo personaggio, la Dunahm vuole insegnare ad accettare il proprio corpo perché è tutta una questiona di autostima ed equilibrio. Per tale ragione Lena si definisce una guerriera di positività.
Ho chiesto alla psicologa e psicoterapeuta Vanessa Cazzulani cosa ne pensa circa la tematica del corpo nella nostra società, come condizioni la vita e la psiche delle persone.
“Il tema del corpo è certamente di grande rilievo per i giovani d’oggi. Sui social i ragazzi sono bombardati da immagini di corpi bellissimi, scolpiti e perfetti. Le imperfezioni non sono ammesse ma sono, anzi, qualcosa che deve essere eliminato a tutti i costi. Questo porta i ragazzi a sentire di poter avere stima di sé stessi solamente corrispondono a certi canoni, così difficili da raggiungere. I giovani si disprezzano per qualche kg in più, qualche pelo in più o qualche centimetro in meno di altezza… Tutto questo ha contribuito a creare un forte aspetto di fragilità psicologica, anche nei più giovani. Avere modelli con cui identificarsi più realistici e meno perfetti è qualcosa di estremamente utile”.
Hannah fa ridere anche perché è un personaggio egocentrico, in cui spesso ci riconosciamo. Il mondo ruota intorno a lei e i suoi problemi sono spesso più gravi di quelli delle sue amiche o del suo ragazzo. Quando viene a sapere che Adam fa parte degli Alcolisti Anonimi, si rende conto di non sapere quasi niente della vita di lui, che le rinfaccia di essere talmente concentrata su sé stessa da dimenticarsi dell'esistenza di altri. Quando nella terza stagione la ragazza scopre che l’appuntamento con David Pressler-Goings della Millstreet Press non si terrà perché David è morto, tutto quello a cui Hannah riesce a pensare è cosa ne sarà dell’ebook che David doveva pubblicarle e Adam risulta sconvolto da tanta insensibilità. Per questi motivi e molti altri, Hannah è stata descritta come un personaggio che incarna un egoismo generazionale, quello dei millennials, generazione definita da molti esperti come la più narcisistica di sempre.
Ho chiesto alla psicologa e psicoterapeuta Vanessa Cazzulani cosa ne pensa al riguardo:
“La società in cui viviamo è una società molto più narcisista rispetto al passato. Questo si esprime soprattutto nel pensare di dover essere sempre al top e non poter mai fallire. Tuttavia il collegamento con l’egoismo mi viene difficile da fare. Assistiamo ad una generazione di giovani più abili e competenti dal punto di vista emotivo. Banalmente già in famiglia nel rapporto con i genitori i ragazzi vengono stimolati a parlare di sé e ad esprimere come si sentono, cosa che in passato non avveniva. La frase tipica dei genitori di una volta era: “Devi obbedire perché siamo i tuoi genitori” dando meno attenzione ad aspetti più emotivi o affettivi. Questa maggior apertura a esprimersi ha reso i giovani di oggi più abili a destreggiarsi nel mondo dei sentimenti e delle emozioni sia proprie che altrui. Ci sono giovani davvero molto sensibili e attenti agli altri. Aggiungerei poi che ogni generazione viene guardata con sospetto, critica e diffidenza da quelle precedenti che immancabilmente sentono di aver fatto meglio”.
Nella seconda stagione Hannah decide di provare la strada del giornalismo freelance e accetta l’incarico della direttrice di sniffare cocaina per raccontare la propria esperienza in un articolo. Per realizzare il suo sogno è disposta a tutto ma nelle successive stagioni si imbatte in molti insuccessi e comincia a dubitare di voler fare la scrittrice. Inoltre scopre che i suoi colleghi sono tutti ex scrittori di un certo livello e quindi si rende conto che sta sprecando il proprio talento creativo e decide di farsi licenziare da GQ. Quindi parte per l’Iowa per frequentare un corso specialistico di scrittura ma Jessa l’accusa di fuggire dai propri problemi. Inizialmente la vita in Iowa ad Hannah sembra più facile che a New York, ma a poco a poco il fascino comincia a svanire e lei inizia a sentirsi sottovalutata, incompresa e fuori posto. Anche al laboratorio di scrittura creativa un suo racconto suscita reazioni negative da parte dei compagni e alla fine Hannah decide di tornare a casa.
Ho chiesto alla psicologa e psicoterapeuta Vanessa Cazzulani che cosa pensa riguardo alle aspettative che hanno i giovani verso il proprio futuro e quanto possa pesare per loro non riuscire a raggiungere gli obiettivi prefissati, arrendendosi spesso ancor prima di fare qualcosa.
“Purtroppo diviene sempre più comune vedere giovani che dubitano delle proprie capacità e rinunciano ai propri sogni. La motivazione sembra trovarsi nel fatto che viviamo in una società narcisista, dove tutti sognano di arrivare in alto e di avere successo, dove bisogna essere sempre prestanti, belli e perfetti e dove ogni errore o imperfezione è visto come qualcosa di inaccettabile. Molti giovani si sentono così schiacciati dal peso delle proprie aspettative e del proprio contesto familiare-culturale di riferimento che decidono di rinunciare a qualcosa per evitare la possibilità di andare in contro ad un fallimento che non saprebbero come gestire”.
Ed è proprio quando Hannah non sa come gestire il proprio lavoro che riappare il disturbo ossessivo-compulsivo con cui la ragazza aveva avuto a che fare durante l'adolescenza e che la spinge a ripetere ogni cosa otto volte, contando a bassa voce ma in maniera evidente. Hannah, sempre più stressata per la consegna del suo ebook, non riesce a fronteggiare la malattia che cerca di nascondere in tutti i modi agli altri, ma inutilmente. Le viene fatta sempre più pressione per la consegna dell’ebook e questo fa peggiorare il suo disturbo. Cercando di pulirsi un orecchio, la ragazza arriva perfino a conficcarsi un cotton-fioc nel timpano.
Ho chiesto a Vanessa Cazzulani come lo stress possa influenzare le nostre abitudini, fino a far sorgere alcuni disturbi.
“Nell’iniziare una nuova esperienza può essere del tutto naturale provare una certa dose di ansia, tuttavia se questa diviene invalidante è allora utile interrogarsi su cosa stia succedendo. È noto come lo stress vada ad incidere sullo stato di salute di ognuno di noi, sia dal punto di vista psicologico che dal punto di vista fisico. Quando la persona arriva però a mettere in atto gesti autolesivi , anche se in questo caso mi sembra sporadico, è possibile che sia qualcosa di irrisolto e che la situazione di stress abbia in qualche modo fatto da detonatore ad una ferita e un dolore più profondo. Autolesionismo e disturbo ossessivo compulsivo sono comunque molto diversi. Il primo si ha quando una persona sta male mentalmente e per curarsi agisce sul proprio corpo. Il disturbo ossessivo compulsivo è caratterizzato da pensieri o ossessioni e rituali che vengono ripetuti e che possono essere guidati da ossessioni. È difficile farne un discorso generale perché ogni paziente è a sé e il professionista deve valutare quanto il disturbo sia invalidante. Ci sono casi, ad esempio, in cui la persona deve ripetere più e più volte il gesto di chiudere e aprire la porta di casa e spesso ciò ha conseguenze drastiche sul lavoro; si arriva in ritardo e spesso, nei casi più gravi, il disturbo ossessivo compulsivo compromette la vita quotidiana della persona".
Invece i tic sono diversi dal disturbo ossessivo compulsivo?
"Sì. I tic sono legati a difficoltà di tipo emozionale, c’è una fatica emotiva di base o una situazione di difficoltà che non si riesce a gestire. Il disturbo ossessivo compulsivo invece ha più a che fare con il controllo della propria vita che sembra scivolare tra le mani e quindi si cerca di attuare questa forma di controllo".
Lena Dunham è molto sensibile ai problemi che affliggono le persone e dedica molti post alla salute mentale, organizzando dirette con esperti. In un post in occasione della festa della mamma ha dichiarato il proprio dispiacere di non poter essere madre a causa di un intervento di isterectomia. Nonostante ciò, Lena rassicura i fan che per le persone che non possono avere figli, come nel suo caso, esistono tanti altri modi non tradizionali per formare una famiglia. Forse è anche per questo motivo che Lena decide di donare al proprio personaggio, Hannah, la gioia di essere madre, esperienza che coincide proprio con l’ultima stagione quando Hannah giunge alla fine della sua maturazione. All'inizio della serie, Hannah viene presentata come una giovane molto acerba e narcisista ma durante le successive stagioni lotta per trovare una direzione nella propria vita e per essere più aperta verso il prossimo. Probabilmente il suo personaggio è quello che si sviluppa maggiormente rispetto alle altre tre amiche, specialmente dopo la nascita di suo figlio. All’inizio Hannah non riesce ad allattare il piccolo e lo respinge, ma poco dopo comprende la gioia di essere madre e il forte legame che ha con il suo bimbo.
Ho chiesto a Vanessa Cazzulani se la nascita di un bambino sia un fattore che possa comportare una responsabilizzazione e come il fatto di non averne possa incidere sulla salute mentale e su quella di coppia.
“Assolutamente sì. Diversi studi dimostrano che già durante la gravidanza la mamma e il bambino inizino a sviluppare un legame speciale. La natura fa sì che la madre si “innamori” del suo piccolo e che la cosa più importante diventi proteggerlo. Certo è innegabile che trovarsi a crescere un figlio in solitudine sia un elemento di rischio non indifferente. Anche non poter essere madre a livello biologico incide molto sia sulla psiche della singola donna che nella coppia. Bisogna comunque valutare ogni caso. Ci sono persone che hanno più risorse e superano questo periodo di lutto attraverso passioni, interessi o valutando la possibilità di adottare. Altre persone sviluppano ansia o hanno attacchi di panico. Il non poter avere un figlio può far scattare alcune vulnerabilità che prima di quel momento erano nascoste".
Lena Dunham non è solamente la voce di una generazione a cui la ragazza dà parola attraverso la propria pagina social e attraverso Hannah, ma è anche la voce a cui tutti dovremmo tendere l’orecchio perché è una giovane donna che è disposta ad ascoltare e che si interessa degli altri e di ciò che la circonda. In un mondo in cui possiamo scegliere liberamente chi guardare e ascoltare attraverso soprattutto i social network, penso che Lena Dunham sia una di quelle persone che valga davvero la pena seguire.
“Circondati di persone che ti ispirino e che ti facciano ridere e comprendano i tuoi problemi e non contino le tue azioni sbagliate. Va bene prendersi una pausa dal lavoro per concentrarsi su sé stessi, ma anche una pausa da sé stessi per concentrarsi sulla propria passione. Sii una stronza con un obiettivo, non avere l'obiettivo di essere una stronza. La salute è ricchezza, ma anche la disabilità e il dolore non devono significare rinunciare ai tuoi sogni. Chiedi scusa quando devi. Va bene rinunciare ai jeans” Lena Dunham
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