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BOMBSHELL: Un film d’inchiesta basato su una storia vera che colpisce dritta nello stomaco.

  • Immagine del redattore: Gaia Bonomelli
    Gaia Bonomelli
  • 27 mag 2020
  • Tempo di lettura: 5 min

(Due esperte parlano della situazione delle donne sui luoghi di lavoro in Italia)


Distribuito in streaming su Prime Video il 17 aprile scorso, Bombshell è un film del 2019 diretto da Jay Roach. La pellicola, che incarna perfettamente il detto “il pesce più grosso mangia il pesce più piccolo”, denuncia come la Century Fox abbia tollerato una cultura maschilista radicata insabbiando spesso accuse di molestie sessuali sullo stesso luogo di lavoro.



Il film

2016, Stati Uniti d’America. A introdurci nel mondo Fox è Megyn Kelly (Charliz Theron), una delle più celebri conduttrici di Fox News.

“Quando i dipendenti dicono il secondo piano” dice mimando il virgolettato “quello vuol dire Roger”. Quest’ultimo è Roger Alies (un irriconoscibile John Lithgow), presidente ed amministratore delegato della Fox. Roger è vecchio, obeso e malato di emofilia ma osserva sempre quello che succede negli studi Fox e controlla i dipendenti dal suo ufficio, seduto sulla propria scrivania a mangiare ciambelle. Nonostante questo enorme potere in stile Grande Fratello, perfino Roger deve dar conto all’ottavo piano, dove si trovano i proprietari della Fox, i Murdoch.

Roger convoca spesso nel suo ufficio le nuove dipendenti o quelle che pensa ambiscano a fare carriera. Prendendo l’ascensore, queste donne vengono condotte in un ufficio con apertura e chiusura telecomandate e poi quello che succede lo sanno tutti, ma tutti fanno finta di niente.

“Molte ragazze passano a farsi truccare e vanno da Roger” dice una truccatrice nel film, concludendo poco dopo: “Una è tornata con il mento e il naso sporco”.

Un’altra conduttrice della Fox, Gretchen Carlson (Nicole Kidman) decide di denunciare Roger quando, dopo essersi sottratta alle sue avance sessuali, viene trasferita da uno dei programmi di punta a un programma televisivo meno seguito, fino ad essere licenziata.

Nel film veniamo portati nei dietro le quinte della Fox, nei camerini dove le conduttrici indossano tacchi a spillo con i cerotti sui talloni sanguinanti e imbottiture per il seno prima di andare in onda, mostrando le gambe dietro a scrivanie trasparenti.

“Mettiti un vestito più corto!” è uno dei consigli di Roger a una conduttrice. “Allargate l’inquadratura e fatemi vedere le gambe. Perché cazzo l’ho assunta se no?” sbotta Roger nel film, alle cui richieste acconsente un’operatrice video, senza dire una parola. Ma non sono solo le donne molestate da Roger a non parlare; nel film la moglie, a seguito della scoperta di accuse nei confronti del marito, si assume addirittura la colpa dicendo: “Roger sa essere molto pungente e divertente. È colpa mia che lo incoraggio”.

Le molestie. Parla la Dott. Milva Facchetti

Sostenendo che è l’unico modo per fare carriera, Roger invita le donne ad andare a letto con i pezzi grossi della Fox o a essere collaborative con lui, sessualmente parlando.


“Essere molestata sessualmente sul lavoro porta a farti delle domande: che cosa ho fatto? Che cosa ho detto? Che cosa indossavo? Che cosa non ho capito? Mi vedono debole? Diranno che l’ho fatto per soldi o per avere attenzioni? Mi taglieranno fuori? Verrò marchiata da questa storia per tutta la vita? Se resto dovrò imparare a sopportarlo? Un altro posto sarebbe diverso o posso renderlo io diverso?” (monologo finale di Kayla Pospisil-Margot Robbie)


Di situazioni di molestie sul luogo di lavoro se ne sente parlare anche in Italia, soprattutto a seguito del caso Weinstein che dall’America è rimbalzato su tutti i canali televisivi italiani. Per una singola donna è difficile denunciare certe situazioni, spesso a causa delle critiche mosse dai colleghi: “Diranno pubblicamente che lei è una donna arrogante e ambiziosa, che gli ha fatto causa perché la sua carriera si è arenata” raccomanda l’avvocata a Gretchen prima di procedere con la denuncia.

Ho chiesto a Milva Facchetti, presidente della Casa delle Donne di Treviglio ed esperta di tematiche che riguardano le donne, che cosa ne pensa al riguardo.


“Penso che il tema sia poco affrontato e che se ne sia iniziato a parlare di più solo dopo il movimento Me Too. È difficile per una donna denunciare perché la denuncia prevede immediatamente la sospensione dal proprio lavoro e i tempi della giustizia sono lunghi. Inoltre molte donne che subiscono molestie sul luogo di lavoro hanno una vita relazionale fuori da esso e c’è tutto il peso di dover informare il partner che spesso va in crisi. Una delle donne che ho seguito con situazione di molestie sul luogo di lavoro ha interrotto la propria relazione di coppia. Il marito riteneva che lei avesse dato al datore di lavoro l’illusione di essere interessata. Questo è un doppio trauma per una donna. Inoltre abbiamo una legge che non aiuta perché possiamo fare denuncia entro un tempo limite e anche le donne che decidono di cambiare lavoro non hanno il tempo di denunciare perché sono trascorsi i termini”.

Posizioni di rilievo in Italia. Parla l’avvocata Concetta Sannino

Oltre alle molestie, quello che il film sottolinea è come alle donne, soprattutto quelle che vogliono raggiungere posizioni alte nel loro settore, vengano messi i bastoni tra le ruote. Megyn è l’esempio di donna forte che si è costruita da sé, quella che paga le bollette della famiglia, ma che deve sempre dimostrare di essere all’altezza della posizione che riveste. Assistiamo molto spesso all’effetto del soffitto di cristallo che, in parole povere, si verifica quando l'avanzamento di carriera di una persona o il raggiungimento della parità di diritti viene impedito per discriminazioni e barriere di prevalente origine razziale o sessuale. A parlarcene meglio è l’avvocata Concetta Sannino:


“In Italia i piani alti sono raramente occupati da donne che, salvo per alcune eccezioni, sono il braccio destro del proprio capo e spesso sono artefici dei successi dello stesso. I compromessi sessuali sono l’arma che certi uomini usano per concedere alle donne briciole di potere o l’illusione di averne. In molti casi, anche se le donne ricoprono posizioni di potere, sono state collocate lì come teste di legno o per scaricare responsabilità, ma in realtà sono manovrate dal sistema maschile. Spesso, anche nel mio ambito lavorativo, mi sono scontrata con la derisione e tentativi di sminuirmi da parte di colleghi maschi. Alla base di tutto c’è molta ignoranza con cui va a braccetto la presunzione e l’ego maschile. Recentemente c’è stata una sentenza che ha reintegrato una lavoratrice nella sede di lavoro dalla quale era stata spostata a causa degli abusi del capo. Un precedente che avrà il suo peso. Come al solito si tende ad allontanare la vittima e non il maltrattante. Ma questa pronuncia ci dà la speranza che qualcosa possa cambiare”.


La percentuale di donne al vertice è in tutto il mondo molto bassa. La Norvegia è l’unico paese che nel 2003 ha fissato una quota di genere per i consigli di amministrazione, richiedendo alle aziende pubbliche che almeno il 40% delle donne sia collocata ai posti di comando. La stessa task force per l’emergenza coronavirus ha generato molte polemiche per la scarsa rappresentanza del mondo femminile ai tavoli decisionali a tal punto da sollecitare l’introduzione nella squadra di ulteriori professioniste donne. La presenza di donne al vertice è in minoranza non solo nelle vecchie aziende o nelle organizzazioni gestite da personale anziano, ma anche nelle aziende giovani. Twitter, ad esempio, dalla fine del 2017 aveva 3 donne su 9 come componenti del Cda; Apple e Facebook 2 su 8, Alphabet 3 su 12.


Conclusioni

Il tema della violenza sulle donne è stato trattato da tanti film, ma in Bombshell viene trattato diversamente. Basta una singola scena di molestie sessuali per far arrabbiare lo spettatore, per disgustarlo. Non serve inserire una scena di feroce violenza. Qui il molestatore in questione si gode il suo spettacolo seduto su una poltrona, facendo sembrare le proprie richieste qualcosa di accettabile e normale. Bombshell è un film che dà fastidio ed è per questo che è vincente. Il film tuttavia lascia un senso di amaro in bocca. Se la battaglia portata avanti da Gretchen ha coinvolto un numero consistente di donne e ha portato al licenziamento di Roger dalla Fox, l'accordo che regola il risarcimento prevede che lei non possa parlare del caso. A quel punto, Gretchen rompe la quarta parete e si rivolge agli spettatori dicendo che le importa solo che la gente le creda e al commento di uno degli avvocati che le dice che le verrà messa una museruola, lei risponde "forse".

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